Articoli

Andrea Monda su Il Foglio (Recensione)

IL FOGLIO QUOTIDIANO
ANNO XI NUMERO 225 – PAG X
SABATO 23 SETTEMBRE 2006

David C. Downing
C.S. LEWIS
Gbu Edizioni, 176 pp., euro 15

 

 

 

Si deve ringraziare la Disney per il fatto che in Italia cominciano a circolare libri su uno degli scrittori più acuti del XX secolo: l’uscita del film natalizio tratto dalle Cronache di Narnia ha “sdoganato”, per dirla volgarmente, Clive Staple Lewis, anche nel nostro paese (nel mondo angloamericano le opere di e su Lewis sono diffuse e discusse da oltre 50 anni).

Nel 2006 sono uscite due biografie dello scrittore anglo- irlandese: “C.S. Lewis, tra fantasy e vangelo” di Paolo Gulisano (Ancora) e questo saggio di David C. Downing, professore di letteratura inglese in Pennsylvania, edito dall’edizioni “Gruppi Biblici Universitari” che già in passato hanno pubblicato tre saggi fondamentali di Lewis: Scusi qual è il suo Dio?, Il problema della sofferenza e La mano nuda di Dio.

Se la biografia di Gulisano è incentrata particolarmente sull’opera lewisiana, quella di Downing è una vera e propria biografia, anzi, come indica il titolo, è il racconto della conversione, cioè dell’evento più significativo della vita di Lewis, nato a Belfast nel 1898 e morto a Cambridge il 22 novembre 1963 (la stessa data della morte di un altro geniale scrittore inglese, Aldous Huxley, che poi è la data dell’uccisione di Kennedy).

E’ un’operazione audace quella compiuta dal professor Downing, visto che lo stesso Lewis ha inteso raccontare la sua conversione nello splendido Sorpreso dalla Gioia: i primi anni della mia vita, però l’operazione riesce, merito di una scrittura rapida e felice e della scelta di concentrarsi su quei primi 30 anni, “i più interessanti della vita di chiunque” secondo lo stesso Lewis. Il libro funziona poi per un altro motivo: Lewis è un “argomento” straordinariamente attuale, le sue riflessioni (sui più disparati argomenti, dalla letteratura al dolore, dalla gioia al panteismo, dai miracoli al relativismo) sembrano scritte oggi per domani e non sessanta-settanta anni fa. Ad esempio uno dei suoi capolavori, L’abolizione dell’uomo, quando analizza quello che Lewis chiama “il veleno del soggettivismo”, sembra essere la fonte ispiratrice o il commento (migliore di ogni pigro articolo apparso sui quotidiani) della lezione universitaria bavarese di Benedetto XVI. Del resto questo piccolo gioiello fu letto e apprezzato dall’allora teologo Ratzinger eppure, ancora oggi, è irreperibile in Italia. Speriamo che l’effetto Disney possa aiutarci anche a ritrovare questa gemma perduta. Nell’attesa ci si può consolare leggendo come Lewis, in modo a dir poco “riluttante”, affrontò il dramma più avventuroso di ogni uomo: sentirsi braccato e quindi arrendersi a Cristo, colui che Francis Thompson (altro grande autore inglese oggi caduto nell’oblio), definì Il segugio del cielo.

(Andrea Monda)